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Fabrizio Chiari ©  
(1615 ca, 1695)

Trionfo di Venere, XVII Secolo

Olio su tela
h cm 171 x 176
Perizia del Professore Claudio Strinati: "Il dipinto raffigurante il cosiddetto Omaggio a Venere (olio su tela, cm . 171 x 176) e una copia di altissima qualità nonché in discreto stato di conservazione del celeberrimo dipinto di Tiziano Vecellio (attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid) conosciuto abantiquo sia col titolo di Festa degli Amorini (come talora si trova ancora oggi citato) sia con


quello, ben pit famoso appunto, di Omaggio a Venere. 

Tiziano lo dipinse per i Camerini di alabastro di Alfonso |d’ Este signore di Ferrara. Costui aveva approntato nel Palazzo Ducale della sua citta appunto una sorta di meraviglioso studiolo per decorare il quale invito alcuni tra i piu grandi pittori italiani attivi al suo tempo, cioè all’inizio del Cinquecento.


E tra questi Tiziano ovviamente spiccava per incomparabile fama e intrinseca grandezza. L" Omaggio a Venere riscosse un successo strepitoso, tanto da diventare uno dei quadri più amati dagli artisti stessi e dai critici d’ arte tanto da essere copiato da molti dei più insigni pittori d’ Europa tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo come Rubens, Reni,Poussin!

La nostra copia, qui in esame, risale probabilmente allo stesso periodo storico in piena fase “neoveneta”, come la chiamo Roberto Longhi nei suoi studi sulla corte estense e il suo enorme influsso. Dunquela nostra copia potrebbe datarsi circa cento anni dopo o poco più rispetto all’originale tizianesco eseguito intorno al 1520, e riferirsi all’ambiente romano che ebbe un vero e proprio culto verso la magnificenza dell’arte veneta quando, nella citta eterna, domino il grande pittore e architetto Pietro da Cortona che, pur toscano, fu devotissimo seguace dei maestri veneziano del Cinquecento. Tra i molti allievi e collaboratori delCortona che si dedicarono con particolare impegno a incrementare con le loro opere questo affascinante gusto veneteggiante a Roma, ritengo sia possibile individuare proprio l'autore della nostra copia.

Valutando la materia pittorica della nostra copia e la qualita eccellente del disegno e di quella che potremmo chiamare una vera e propria reinterpretazione dello stile tizianesco, ritengo che a eseguire il quadro qui in esame sia stato un ben preciso seguace del Cortona. Si tratta del Maestro romano Fabrizio Chiari (1615ca.-1695), un artista lodatissimo al suo tempo, dotto classicista e cultore del gusto veneto come si vede in uno dei suoi capolavori, l'immenso e bellissimo affresco raffigurante la Riconciliazione di Giacobbe ed Esau nella cosiddetta Galleria di Alessandro VII al Quirinale, eseguito negli anni Cinquanta del Seicento.

Mi sembra qui di riconoscervi la stessa mano che ha eseguitola magnifica copia qui in esame, di marcato gusto naturalistico, d ifinissima qualità della materia pittorica e del disegno, prettamente seicenteschi. Un dipinto, in definitiva, di notevole interessestorico-artistico e di eccellente qualità.


In fede, Claudio Strinati"
L'opera è corredata da uno studio sui pigmenti effettuata dalla facoltà di fisica nucleare del professore Paolo Romano, dell'Università di Catania, che certifica la natura dei pigmenti.  

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