Antiquariato e selezioni d'Alta Epoca

Dipinto ad olio su tela raffigurante Adorazione dei pastori, Alessio D'Elia ( San Cipriano Picentino 1718- Post 1770). Cm 66,5x127. Attribuzione del Prof. Nicola Spinosa. Già Casa d'Aste Finarte, Minerva Auction. Il dipinto, attribuito al pittore Alessio D’Elia dallo Storico dell’Arte Nicola Spinosa, potrebbe essere collocato alla metà del Settecento, sulla scia artistica del maestro Francesco de Mura.D’Elia fu un artista molto richiesto e realizzò soprattutto affreschi per importanti commit  - Asta Antiquariato e selezioni d'Alta Epoca - Casa d'aste La Rosa
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Dipinto ad olio su tela raffigurante Adorazione dei pastori, Alessio D'Elia ( San Cipriano Picentino 1718- Post 1770). Cm 66,5x127. Attribuzione del Prof. Nicola Spinosa. Già Casa d'Aste Finarte, Minerva Auction. Il dipinto, attribuito al pittore Alessio D’Elia dallo Storico dell’Arte Nicola Spinosa, potrebbe essere collocato alla metà del Settecento, sulla scia artistica del maestro Francesco de Mura. D’Elia fu un artista molto richiesto e realizzò soprattutto affreschi per importanti committenze ecclesiastiche, mentre troviamo le sue tele in molte chiese romane e napoletane. Caratteristiche distintive del suo stile sono la maestria compositiva e la sapienza scenografica, particolarmente evidenti in questo dipinto. Rispetto allo stile del suo maestro, in generale e qui in particolare, si rivelano sottili differenze di carattere, tra cui la vena gioiosa e popolaresca, ravvisabile nei visi paffuti, nelle bocche minute dei pastorelli e in un arioso dinamismo di fondo, che attenua ascendenze altrimenti più classicheggianti e monumentali. La riuscita composizione rivela, sin dal primo impatto, un’armonia corale ispirata dalla grandiosa sinergia della moltitudine di figure ed elementi, tutti definiti anche nel più minuto dei dettagli. Lungo la diagonale amplificata della maestosa figura di donna di schiena drappeggiata, si dispiega una gioiosa processione di putti, giovinette e pastorelli che convergono verso la Sacra Famiglia, disposta su un simbolico piedistallo di antiche rovine romane, sui cui gradoni poggia dolcemente l’agnello eucaristico, incarnazione della Mansuetudine e dell’Innocenza. Il gesto pittorico si rivela alto e naturale, privo di impuntamenti e durezze, talmente sicuro ed espressivo da far sembrare l’opera come dipinta ad affresco. Secondo lo spirito del più maturo rococò napoletano, le figure di angeli aleggiano, chiare ed eteree, in un armonioso trionfo.